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Coronavirus: pena di morte per chi nasconde i sintomi

Governo cinese sul coronavirus: pena di morte per chi nasconde i sintomi

La follia dell’autoritario governo cinese.

Sembrava una fake news sul coronavirus eppure non lo è. Ieri su Liberoquotidiano.it è uscita la notizia che il governo cinese ha inserito la pena di morte tra le pene da infliggere a chi nasconde i sintomi o l’infezione da coronavirus. La notizia è stata presa dal quotidiano ufficiale Beijing Daily, citando una informativa diffusa da un tribunale cinese. Sarà reato anche nascondere i viaggi effettuati, sottolinea il tribunale. Ogni residente che provoca una ulteriore diffusione del coronavirus Covid-19 può essere accusato del reato di messa in pericolo della sicurezza pubblica con mezzi pericolosi.

Se da un punto di vista sanitario evitare ulteriori contagi con mezzi di contenimento ha perfettamente senso, lo spingersi addirittura alla pena di morte come misura punitiva per chi non si soppone ai controlli o nasconde i sintomi, non può che essere considerata l’azione di un governo nazista autoritario. L’impronta autoritaria del governo di Pechino si conosceva già viste le limitazioni all’interno del paese, il controllo sulla stampa, la chiusura della rete internet ed altre violazioni dei diritti delle persone ma questa notizia può essere presa come un’ ulteriore conferma. Quella cinese è una feroce dittatura autoritaria.

In realtà nei giorni scorsi avevamo già visto tramite i social (vedi il video sotto) come le autorità cinesi stiano prelevando forzatamente dalle proprie abitazioni le persone ammalate o sospette tali, ma non ci si aspettava che il governo di Pechino si spingesse fino a questo punto.

Chinese gov just dragging people away… this is wild

Pubblicato da The Orwellian Chronicle su Domenica 9 febbraio 2020

Ci aspettiamo che la notizia assuma grande risonanza mediatica, soprattutto per sentire la risposta di quelli che elogiano il sistema cinese dal punto di vista economico… Dovrebbero capire che il progresso di un paese non si misura in PIL e progresso tecnologico bensì quantificando il benessere delle singole persone e il rispetto dei loro diritti.

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